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Da redazione,

«Il lungo e tortuoso iter intrapreso nella seconda metà del 2015 e finalizzato ad attività di bonifica – per un inquinamento non prodotto da Timac Agro – è finalmente giunto a compimento. La Conferenza di servizi di lunedì 11 luglio, svoltasi presso la sede dell’assessorato all’ambiente della regione Puglia, ha infatti autorizzato in sede “decisoria” l’ormai famoso pump&treat proposto da Timac Agro per rimuovere un inquinamento che come accertato dal CNR attraverso lo studio idrogeologico proviene dall’esterno dello stabilimento. Si tratta di un meccanismo che consentirà di estrarre dalla falda le acque che registrano valori anomali (pur se non dovuti all’attività del nostro stabilimento) e di sottoporre queste acque a trattamento per renderle definitivamente inoffensive per l’ambiente».

Lo sottolinea Andrea Camaiora, portavoce di Timac Italia, il cui stabilimento di Barletta dallo scorso 14 giugno è sotto sequestro preventivo con facoltà d’uso disposto dal sostituto procuratore Silvia Curione e poi convalidato dal gip di Trani, Angela Schiralli. A Pierluigi Sassi, amministratore delegato dell’azienda del Gruppo Roullier, la procura contesta la violazione dolosa di disposizioni in materia ambientale e l’omessa bonifica del sito. Il ricorso contro il sequestro sarà discusso lunedì 18 luglio dal Riesame di Trani: gli avvocati Francesco Bruno e Francesco Salvi chiedono l’annullamento del decreto del gip per insussistenza  degli indizi e delle esigenze cautelari.

«Il pump&treat proposto da Timac Agro sarà svolto, come di competenza, – aggiunge Camaiora – sotto l’attento controllo di Arpa, che nella seduta della Cds di lunedì, attraverso l’ingegner Giuseppe Gravina, ha chiesto e avuto conferma di un punto definito per la verifica del corretto svolgimento delle operazioni di emungimento e trattamento delle acque».

«L’azienda – sottolinea la nota – ha quindi mantenuto la parola più volte ribadita sugli organi di informazione. L’intervento sulla falda, che per parte nostra sarebbe stato possibile autorizzare già mesi fa, si aggiunge così a quello già operativo sul suolo e allo studio idrogeologico reso possibile dalla disponibilità dell’azienda in termini operativi ed economici».

«Come abbiamo più volte ribadito, pur senza cercare a tutti i costi visibilità, avevamo e abbiamo sempre avuto a cuore la sostenibilità ambientale del nostro territorio e abbiamo sempre ricercato la leale collaborazione di tutti gli enti. Nella conferenza di servizi – prosegue Timac – è stato dato unanimemente atto all’azienda di aver operato sempre con la massima apertura e l’azienda ha apprezzato l’intervento chiarificatore reso in conferenza di servizi dal sindaco Cascella che ha messo in evidenza la necessità che venisse ben chiarito che gli interventi in approvazione si configurassero quali intervento di bonifica».

«Il recupero e il riutilizzo delle acque estratte dalla falda nel ciclo produttivo di Timac – evidenzia l’azienda del gruppo Roullier – rappresenta un esempio avanzato di sostenibilità ambientale. In accordo con Arpa e su richiesta della Provincia, Timac si è dunque impegnata a fornire un’ulteriore documentazione tecnica in cui in modo particolareggiato esponga gli aspetti ingegneristici del trattamento delle acque. L’azienda stessa, per mostrare la volontà di proseguire speditamente, ha proposto la data del 31 luglio per fornire l’ulteriore documentazione e la proposta è stata accolta favorevolmente dagli enti. Anche la Asl, in accordo con Arpa, ha espresso parere favorevole, non rilevando alcun pericolo per i lavoratori, associandosi alla richiesta di verifica delle acque espressa da Provincia e Arpa.

In conferenza di servizi è stato infine stabilito che entro il 20 settembre sarà avviato il barrieramento idraulico e dunque il pump&treat. Timac – pur presentando agli enti le difficoltà di attivarsi in tempi così rapidi, data l’imminenza del mese di agosto che rende difficile operare, soprattutto per le aziende – si è resa disponibile a procedere. Non c’è mai stata, infatti, alcuna volontà da parte dell’azienda di perdere tempo. Anzi, si è impegnata e ha operato per rendere operative le misure di tutela, ancorché non dovute, nel solo spirito di garanzia del territorio e rispetto di un ambiente oltraggiato da attività pregresse ed esterne al suo sito, giungendo addirittura – con l’approvazione di lunedì – a realizzare molto più di quanto indicato nelle illegittime ordinanze della Provincia, il cui contenuto è stato già impugnato dinanzi al Tar di Bari dall’azienda, che ha dato mandato ai propri legali di velocizzarne l’annullamento giudiziario».

Conclusione: «L’azienda sottolinea con soddisfazione come tutte le amministrazioni coinvolte abbiano riconosciuto nei propri scritti e dichiarazioni il pieno adempimento della società agli impegni assunti sull’attuazione delle MISO sul suolo. Questi attestati sono la miglior prova della serietà con cui Timac opera e intende operare e che naturalmente attende da tutti gli altri interlocutori».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 luglio 2016.

Da redazione,

«Il lungo e tortuoso iter intrapreso nella seconda metà del 2015 e finalizzato ad attività di bonifica – per un inquinamento non prodotto da Timac Agro – è finalmente giunto a compimento. La Conferenza di servizi di lunedì 11 luglio, svoltasi presso la sede dell’assessorato all’ambiente della regione Puglia, ha infatti autorizzato in sede “decisoria” l’ormai famoso pump&treat proposto da Timac Agro per rimuovere un inquinamento che come accertato dal CNR attraverso lo studio idrogeologico proviene dall’esterno dello stabilimento. Si tratta di un meccanismo che consentirà di estrarre dalla falda le acque che registrano valori anomali (pur se non dovuti all’attività del nostro stabilimento) e di sottoporre queste acque a trattamento per renderle definitivamente inoffensive per l’ambiente».

Lo sottolinea Andrea Camaiora, portavoce di Timac Italia, il cui stabilimento di Barletta dallo scorso 14 giugno è sotto sequestro preventivo con facoltà d’uso disposto dal sostituto procuratore Silvia Curione e poi convalidato dal gip di Trani, Angela Schiralli. A Pierluigi Sassi, amministratore delegato dell’azienda del Gruppo Roullier, la procura contesta la violazione dolosa di disposizioni in materia ambientale e l’omessa bonifica del sito. Il ricorso contro il sequestro sarà discusso lunedì 18 luglio dal Riesame di Trani: gli avvocati Francesco Bruno e Francesco Salvi chiedono l’annullamento del decreto del gip per insussistenza  degli indizi e delle esigenze cautelari.

«Il pump&treat proposto da Timac Agro sarà svolto, come di competenza, – aggiunge Camaiora – sotto l’attento controllo di Arpa, che nella seduta della Cds di lunedì, attraverso l’ingegner Giuseppe Gravina, ha chiesto e avuto conferma di un punto definito per la verifica del corretto svolgimento delle operazioni di emungimento e trattamento delle acque».

«L’azienda – sottolinea la nota – ha quindi mantenuto la parola più volte ribadita sugli organi di informazione. L’intervento sulla falda, che per parte nostra sarebbe stato possibile autorizzare già mesi fa, si aggiunge così a quello già operativo sul suolo e allo studio idrogeologico reso possibile dalla disponibilità dell’azienda in termini operativi ed economici».

«Come abbiamo più volte ribadito, pur senza cercare a tutti i costi visibilità, avevamo e abbiamo sempre avuto a cuore la sostenibilità ambientale del nostro territorio e abbiamo sempre ricercato la leale collaborazione di tutti gli enti. Nella conferenza di servizi – prosegue Timac – è stato dato unanimemente atto all’azienda di aver operato sempre con la massima apertura e l’azienda ha apprezzato l’intervento chiarificatore reso in conferenza di servizi dal sindaco Cascella che ha messo in evidenza la necessità che venisse ben chiarito che gli interventi in approvazione si configurassero quali intervento di bonifica».

«Il recupero e il riutilizzo delle acque estratte dalla falda nel ciclo produttivo di Timac – evidenzia l’azienda del gruppo Roullier – rappresenta un esempio avanzato di sostenibilità ambientale. In accordo con Arpa e su richiesta della Provincia, Timac si è dunque impegnata a fornire un’ulteriore documentazione tecnica in cui in modo particolareggiato esponga gli aspetti ingegneristici del trattamento delle acque. L’azienda stessa, per mostrare la volontà di proseguire speditamente, ha proposto la data del 31 luglio per fornire l’ulteriore documentazione e la proposta è stata accolta favorevolmente dagli enti. Anche la Asl, in accordo con Arpa, ha espresso parere favorevole, non rilevando alcun pericolo per i lavoratori, associandosi alla richiesta di verifica delle acque espressa da Provincia e Arpa.

In conferenza di servizi è stato infine stabilito che entro il 20 settembre sarà avviato il barrieramento idraulico e dunque il pump&treat. Timac – pur presentando agli enti le difficoltà di attivarsi in tempi così rapidi, data l’imminenza del mese di agosto che rende difficile operare, soprattutto per le aziende – si è resa disponibile a procedere. Non c’è mai stata, infatti, alcuna volontà da parte dell’azienda di perdere tempo. Anzi, si è impegnata e ha operato per rendere operative le misure di tutela, ancorché non dovute, nel solo spirito di garanzia del territorio e rispetto di un ambiente oltraggiato da attività pregresse ed esterne al suo sito, giungendo addirittura – con l’approvazione di lunedì – a realizzare molto più di quanto indicato nelle illegittime ordinanze della Provincia, il cui contenuto è stato già impugnato dinanzi al Tar di Bari dall’azienda, che ha dato mandato ai propri legali di velocizzarne l’annullamento giudiziario».

Conclusione: «L’azienda sottolinea con soddisfazione come tutte le amministrazioni coinvolte abbiano riconosciuto nei propri scritti e dichiarazioni il pieno adempimento della società agli impegni assunti sull’attuazione delle MISO sul suolo. Questi attestati sono la miglior prova della serietà con cui Timac opera e intende operare e che naturalmente attende da tutti gli altri interlocutori».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 luglio 2016.