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Da redazione,

Passo importante nella tutela dell'ambiente dell’area industriale di Barletta: Timac Agro è stata autorizzata a potenziare ulteriormente una nuova misura di messa in sicurezza operativa (MISO) della falda. Il nuovo impianto, che sarà completato in pochi mesi, intercetterá le acque inquinate della falda che caratterizzano l'area industriale e che, giungendo a valle nello stabilimento di fertilizzanti di via Trani, saranno prelevate dalla falda, trattate per rimuovere le sostanze inquinanti e reimmesse nel flusso di falda.

La determinazione, giunta con atto dirigenziale n.193/2020 del Servizio Bonifiche e pianificazione della Regione, è stata approvata all'unanimità dagli enti (Arpa, Asl, Provincia, Comune). Con la soluzione adottata, Timac Agro è una tra le prime aziende in Puglia che adotta una soluzione così innovativa.

La multinazionale, guidata in Italia dall’ing. Pierluigi Sassi, sottolinea: «È una certezza in più, un punto fermo, un potenziamento del servizio ambientale di cui Timac Agro si è fatta carico a beneficio della comunità locale. Il nuovo impianto ha un funzionamento simile a una lavatrice rispetto alle sostanze inquinanti che caratterizzano l'intera area industriale di Barletta: le preleva a valle dello stabilimento, le tratta, le bonifica e le reimmette in falda a monte rispettando le scrupolose indicazioni ricevute da Arpa Puglia, anche per mantenere sotto controllo il cuneo salino proveniente dal mare».

L'impianto rappresenta un importante costo per l'azienda: 350 mila euro, senza contare gli oltre 60 mila euro all'anno dei costi di gestione. Somme che, aggiunte ai tre milioni e mezzo di euro già spesi in questi anni da Timac, fanno sfiorare l'enorme cifra di 4 milioni di euro. «Sono risorse ingenti dedicate alla gestione ambientale – sottolineano dall'azienda di via Trani – che dimostrano ora più che mai che Timac sente forte l'attaccamento a Barletta e che intende continuare ad investire su questo sito. D'altro canto, sebbene questa nuova misura di contenimento dell’inquinamento vada nella direzione di migliorare la tutela ambientale della zona industriale di Barletta, non si può dimenticare che rimane ancora aperta la questione sollevata da ben 1459 giorni dal primo studio CNR/IRSA su chi sia il vero inquinatore della falda».

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