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Da redazione,

Timac Agro Italia esprime soddisfazione per il confronto schietto, positivo e propositivo che si è svolto venerdì scorso al termine della conferenza stampa nella quale sono stati presentati i dati di CNR e ARPA che escludono Timac come fonte di inquinamento della falda dell’area industriale di Barletta.

 
In particolare con Michele Cianci, Presidente del Comitato Operazione Aria Pulita Bat e con il Presidente di Legambiente Barletta Raffaele Corvasce, si è convenuto sull’opportunità di un più fitto dialogo all’insegna della collaborazione tra i soggetti variamente attivi nella vigilanza e nella tutela dell’ambiente in città.

 
La conferenza stampa è stata altresì l’occasione per una visione puntuale dei dati della seconda campagna di monitoraggio con il Comune di Barletta rappresentato dal primo cittadino Dr. Cosimo Cannito e dal dirigente del Settore Ambiente Ing. Ernesto Bernardini.

Al termine dell’illustrazione dei dati, che mostrano per tutte le sostanze inquinanti la provenienza in falda dall’entroterra di Via Trani verso la Timac e da lì in direzione della costa, i partecipanti hanno potuto effettuare una visita dello stabilimento, che ha incluso la presentazione dell’impianto di messa in sicurezza operativa ambientale (MISO) implementato da Timac nel 2021, e che rappresenta oggi nell’area industriale di Barletta l’unico, anche se limitato nello spazio, strumento di trattamento delle acque contaminate con l’obiettivo di riportarle nel rispetto dei valori previsti dalla legge.

 
Resta impellente oggi più che mai, a fronte dei dati che sono stati tardivamente resi pubblici, e per rispetto nei confronti dei cittadini e delle risorse pubbliche spese per le due campagne di monitoraggio, che gli enti procedano con solerzia ai passi conseguenti nel rispetto della logica e della legge.

 

Tgr Puglia: https://www.rainews.it/tgr/puglia/video/2023/05/i-dati-sullinquinamento…

Da redazione,

I dati della seconda campagna di monitoraggio svolta da Cnr e Arpa hanno permesso di completare il quadro relativo allo stato della falda sottostante l’area industriale di Barletta, colmando, dopo tanti, troppi anni, le lacune della prima campagna, attraverso un’estensione dell’area oggetto di indagine.

 

Finalmente da questo studio emerge inequivocabilmente la presenza di sorgenti di inquinamento dell’area industriale ubicate a monte idrogeologico rispetto a via Trani.

Lo studio conferma, quindi, quanto sostenuto fin dal primo momento da Timac Agro, attraverso le ricerche svolte autonomamente dai nostri esperti. In particolare, lo studio ha dimostrato che sono presenti sorgenti della contaminazione da metalli pesanti (arsenico, cromo esavalente, nichel, selenio, tallio) e da fluoruri, nitriti, solfati e composti organoalogenati che arrivano dall’entroterra, aldilà di via Trani, al di fuori dell’area dello stabilimento Timac.

Nello specifico, in merito al Cromo VI, lo studio mostra come l’area impattata si sviluppi dai piezometri PN17b e PN15, posti a monte idrogeologico rispetto allo stabilimento Timac, fino ai piezometri PZ1 e PZ6 che rappresentano le acque in entrata allo stesso stabilimento Timac. Per quanto riguarda invece l’Arsenico, l’indagine mostra che la concentrazione massima misurata è in corrispondenza del piezometro PN17b, anch’esso ubicato a monte dello stabilimento Timac.

Il flusso di falda giunge, dunque, a via Trani inquinato fino a quando non incontra il nostro sistema di messa in sicurezza ambientale, richiesto dagli enti locali e implementato da Timac a partire dal 2021, che intercetta le acque di falda a valle dello stabilimento per poi trattarle e re-iniettarle a monte dello stesso (lungo Via Trani).

Timac Agro sottolinea: “Non possiamo dimenticare che lo stabilimento ha sfiorato la chiusura definitiva con il sequestro imposto sulla base di dati parziali e incompleti e che solo la caparbietà dei vertici aziendali e dei nostri consulenti ha consentito di evitare. Oggi esprimiamo soddisfazione constatando che anche questa volta quanto sempre dichiarato e sostenuto da Timac trova pieno riscontro negli esiti di questo secondo monitoraggio. Si tratta di dati che, come recentemente dichiarato in commissione ambiente di regione Puglia, sono esaustivi e non necessitano di ulteriori campagne di monitoraggio, ma noi e tutta la città abbiamo dovuto attendere quasi tre anni da quando è stato eseguito il campionamento perché fossero resi pubblici”.

“I dati del secondo monitoraggio ambientale - afferma l’Avv. Francesco Salvi, legale dell’azienda – dimostrano come non vi sia alcuna responsabilità di Timac nella contaminazione della falda. Per questo, ora che si conoscono i nuovi dati, continuare a riferirsi a quelli del precedente monitoraggio (2016) e alle determinazioni della Provincia di ben 8 anni fa è privo di alcun senso”.

Il professor Matteo Benozzo dichiara altresì: “Visti i dati pubblici e alla luce di tutte le verifiche e gli studi compiuti negli anni da Timac sotto il controllo e con validazione di Regione, Provincia, Comune e Arpa, è lecito aspettarsi ora la revoca delle due famose ordinanze, oramai definitivamente superate”.

 

TeleSveva:

 

Amica 9:

Telenorba:

Da redazione,

Passo importante nella tutela dell'ambiente dell’area industriale di Barletta: Timac Agro è stata autorizzata a potenziare ulteriormente una nuova misura di messa in sicurezza operativa (MISO) della falda. Il nuovo impianto, che sarà completato in pochi mesi, intercetterá le acque inquinate della falda che caratterizzano l'area industriale e che, giungendo a valle nello stabilimento di fertilizzanti di via Trani, saranno prelevate dalla falda, trattate per rimuovere le sostanze inquinanti e reimmesse nel flusso di falda.

La determinazione, giunta con atto dirigenziale n.193/2020 del Servizio Bonifiche e pianificazione della Regione, è stata approvata all'unanimità dagli enti (Arpa, Asl, Provincia, Comune). Con la soluzione adottata, Timac Agro è una tra le prime aziende in Puglia che adotta una soluzione così innovativa.

La multinazionale, guidata in Italia dall’ing. Pierluigi Sassi, sottolinea: «È una certezza in più, un punto fermo, un potenziamento del servizio ambientale di cui Timac Agro si è fatta carico a beneficio della comunità locale. Il nuovo impianto ha un funzionamento simile a una lavatrice rispetto alle sostanze inquinanti che caratterizzano l'intera area industriale di Barletta: le preleva a valle dello stabilimento, le tratta, le bonifica e le reimmette in falda a monte rispettando le scrupolose indicazioni ricevute da Arpa Puglia, anche per mantenere sotto controllo il cuneo salino proveniente dal mare».

L'impianto rappresenta un importante costo per l'azienda: 350 mila euro, senza contare gli oltre 60 mila euro all'anno dei costi di gestione. Somme che, aggiunte ai tre milioni e mezzo di euro già spesi in questi anni da Timac, fanno sfiorare l'enorme cifra di 4 milioni di euro. «Sono risorse ingenti dedicate alla gestione ambientale – sottolineano dall'azienda di via Trani – che dimostrano ora più che mai che Timac sente forte l'attaccamento a Barletta e che intende continuare ad investire su questo sito. D'altro canto, sebbene questa nuova misura di contenimento dell’inquinamento vada nella direzione di migliorare la tutela ambientale della zona industriale di Barletta, non si può dimenticare che rimane ancora aperta la questione sollevata da ben 1459 giorni dal primo studio CNR/IRSA su chi sia il vero inquinatore della falda».

Tele Sveva:

Teleregione Color:

 

Amica 9 Tv:

Da redazione,

Giovedì 26 settembre, presso la “Sala Rossa” del Castello di Barletta, si è tenuto il convegno “Autunno, la stagione della nutrizione”, promosso da Timac Agro Italia. All’incontro sono intervenuti Pierluigi Sassi (amministratore delegato Timac), Michele Piazzolla (presidente sezione Confindustria BAT), Laura De Gara (Università Campus Bio-Medico di Roma) e José Garcia Mina (Universidad De Navarra e vice presidente della Società mondiale delle “Sostanze umiche”). Il confronto è stato condotto dal giornalista Antonio Pascale. All’iniziativa hanno partecipato oltre duecento distributori provenienti da tutte le regioni del Sud.

Pierluigi Sassi dichiara: “L’iniziativa promossa da Timac Agro – qualificata da importanti docenti universitari – ha un grande valore scientifico e abbiamo fortissimamente voluto organizzarlo in questa città, nel meraviglioso castello svevo, a poche centinaia di metri dal nostro stabilimento e dal porto, per confermare che siamo la presenza più rilevante nel settore dei fertilizzanti a Mezzogiorno e per porre al centro la città di Barletta che con la sua indiscutibile vocazione marinara e industriale, da un secolo e mezzo gioca un ruolo fondamentale nell’agricoltura di tutto il Sud e del bacino del Mediterraneo. Ruolo a volte trascurato inconsapevolmente ma che abbiamo invece il dovere di ricordare”.

All'evento hanno preso parte, tra gli altri, il consigliere regionale Ruggiero Mennea - in rappresentanza del governatore Michele Emiliano -, il sindaco di Barletta Cosimo Cannito, l’assessore Michele Ciniero, il presidente della Commissione Affari Sociali Riccardo Memeo e il consigliere Giuseppe Basile.
 

Da redazione,

Timac Agro Italia, filiale di Groupe Roullier, multinazionale leader nel settore della nutrizione vegetale (presente in Italia con stabilimenti a Ripalta Arpina (CR) e a Barletta (BAT)), ha pubblicato per il terzo anno consecutivo il proprio Bilancio di Sostenibilità. L’obiettivo è quello di illustrare i risultati ottenuti dall’azienda nella promozione di uno sviluppo sostenibile, cioè di un’attività imprenditoriale capace di creare valore nella piena salvaguardia dell’ambiente, del territorio e dell’ecosistema circostante, all’interno di un contesto di lavoro confortevole e positivo, condiviso con tutti gli stakeholder.

Nel corso degli ultimi tre anni, Timac Agro Italia ha consolidato gli impegni precedentemente assunti verso il raggiungimento di unasostenibilità sociale e ambientale, che è passata attraverso l’innovazione in macchinari e in strumentazioni per oltre due milioni di euro.

Il percorso di sostenibilità è stato rafforzato da un’intensa attività di ricerca a innovazione. Timac Agro Italia – guidata dall’AD Pierluigi Sassi – può contare sul costante impegno dei propri team di ricerca, che lavorano in stretta collaborazione con il Centro Mondiale dell’Innovazione, sito in Saint-Malo (Francia), il più grande centro privato dedicato alla nutrizione, nonché conuniversità ed enti di ricerca di vari Paesi nel mondo. Punto di riferimento imprescindibile dell’attività di Timac Agro Italia è il concetto di fertilizzazione sostenibile: i fertilizzanti sono realizzati in modo che i loro elementi minerali siano interamente assorbiti dalle radici riducendo l’accumulo nel suolo, determinando al contempo un incremento significativo della quantità e qualità delle produzioni. Fra le maggiori innovazioni la molecola Top-Phos, che rende il fosforo presente nei fertilizzanti completamente assimilabile dalla pianta.

Nell’ultimo triennio Timac ha anche stabilito collaborazioni e partenariati con alcuni tra i principali player del settore agroalimentare italiano, con l’obiettivo di rafforzare la sostenibilità nei processi aziendali e lungo la filiera: Cooperativa Produttori Bieticoli (Coprob), Bonifiche Ferraresi, Consorzio Casalasco del Pomodoro, Fondazione per L’Agricoltura Fratelli Navarra, Unione Nazionale Contoterzisti Agro-meccanici e industriali (U.N.C.A.I.), Federbio e Agrisfera.

Timac Agro Italia e il Gruppo Roullier dedicano particolare attenzione alla valorizzazione e alla qualità della vita e del lavoro delle proprie risorse umane. Ciò è stato confermato dall’assegnazione, per due anni consecutivi, del prestigioso premio “Best Workplace” 2016 e 2017, conferito a Timac Agro Italia insieme ad altre aziende come American Express e Jaguar Land Rover.

A ciò si aggiunge il rinnovo degli uffici della sede di Ripalta Arpina, un progetto guidato dalla volontà di ridisegnare architettonicamente l’edificio e gli spazi comuni, allo scopo di integrarlo nella natura circostante del parco Adda Sud, avvicinando le persone e l’ambiente all’interno di un luogo accogliente e naturale, ricco di piante e di colori tenui, che favoriscono il pensiero e la collaborazione tra le persone.

Lo stabilimento produttivo di Barletta è stato al centro di particolare attenzione. Le azioni portate avanti sul territorio pugliese hanno previsto, tra le altre cose: valutazioni di ogni possibile impatto dell’attività dell’azienda sul tessuto urbano circostante, apertura e dialogo nei confronti delle autorità, rilievi periodici di tutti i parametri condivisi con Arpa, completamento delle opere di messa in sicurezza dello stabilimento, investimenti importanti sulla sostenibilità. Gli investimenti e gli adempimenti posti in essere da Timac Agro hanno trovato riconoscimento nella decisione, lo scorso marzo, della procura di Trani di disporre il dissequestro dello stabilimento di Barletta (che aveva cessato la propria attività nel maggio 2018). Il provvedimento ha riconosciuto, da un lato, l’assenza di responsabilità da parte della società nell’inquinamento atmosferico dell’area e, dall’altro, la realizzazione di efficaci attività di messa in sicurezza operativa di suolo e falda da parte dell’azienda, in conformità a quanto disposto in sede di conferenza di servizi. La revoca ha perciò comportato la piena riabilitazione dello stabilimento produttivo, ora in grado di rispondere pienamente alle esigenze del mercato. Tale risultato è stato possibile grazie alla condivisione di uno straordinario senso di responsabilità collettivo.

Ma quello dello sviluppo sostenibile è un valore che Timac Agro Italia vuole trasmettere anche ai giovani. Per questo, da anni l’azienda è impegnata nella realizzazione di progetti formativi e di inserimento professionale che coinvolgono sia agli istituti scolastici, con l’attivazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro che coinvolgono numerose classi di istituti prossimi agli stabilimenti produttivi, sia le università, con l’attivazione di tirocini curriculari. Inoltre, il gruppo apre periodicamente le sue porte agli studenti di scuole medie e superiori e di università, attraverso visite guidate ai propri stabilimenti (nell’ultimo triennio sono stati coinvolti oltre 1.000 studenti provenienti da 18 scuole di tutto il territorio nazionale). Timac, infine, investe sui giovani per crescere una generazione di cittadini del mondo, attraverso una collaborazione con la Fondazione Intercultura Onlus e il conferimento di borse di studio per la promozione di scambi interculturali.

Il Bilancio di Sostenibilità, elaborato sulla base degli standard internazionali del Global Reporting Initiative (GRI), esamina l’allineamento ai quattro obiettivi selezionati dall'azienda tra quelli individuati dall’Onu nell’agenda 2030: fame zero; lavoro dignitoso e crescita economica; industria, innovazione e infrastruttura; consumo e produzione responsabile. Per ciascun obiettivo sono analizzati in maniera precisa e dettagliata i loro contenuti, le attività realizzate da Timac per il loro raggiungimento e gli impegni per il futuro.

 

Sfoglia il bilancio 2017-2019 direttamente su ISSUU 

Da redazione,

Lo stabilimento Timac di via Trani ha riaperto a seguito di un provvedimento dell’autorità giudiziaria che ha accertato, oltre ogni ragionevole dubbio, dopo approfondite analisi dei periti della Procura della Repubblica di Trani e ARPA, che Timac non produce alcuna forma di inquinamento atmosferico”. È quanto hanno dichiarato in una conferenza stampa Francesco Salvi (legale dell’azienda, studio Pavia e Ansaldo), Andrea Camaiora (portavoce) e Gianni Vetrugno (direttore di stabilimento).

L’avvocato Salvi ha sottolineato: “Inoltre, la procura ha riconosciuto e apprezzato l’avanzamento dei lavori di esecuzione della messa in sicurezza del suolo e della falda da parte di Timac, confermando che detti interventi, efficaci nel contenere e ridurre la contaminazione storica, in presenza di un’attività produttiva sono perfettamente equivalenti a un’attività di bonifica e pertanto in linea con le ordinanze emesse dalla Provincia”.

Ogni monitoraggio, indagine e analisi dell’area dello stabilimento si è sempre svolta in confronto e in accordo con tutti gli enti e i soggetti che di volta in volta hanno partecipato negli ultimi anni alle innumerevoli conferenze di servizi, e dunque Regione, Provincia, Comune, Arpa e Asl. Ogni passo compiuto - hanno dichiarato l’avvocato Salvi e l’ingegner Vetrugno - è stato controllato, ponderato, verificato e ricontrollato insieme dagli enti e dall’azienda. Anche con il supporto dei geologi, chiesti dal Comune e messi a disposizione da Procura e ARPA”.  

“Dopo anni - dichiara Andrea Camaiora - c’è ormai un’evidenza: Timac ha sempre detto la verità. Il nostro operato era corretto e alla fine è stato un modello rispettoso della legge, del confronto, delle istituzioni e dei cittadini. È una vittoria di tutti, dell’ambiente, dell’occupazione, dello sviluppo, della città, capace di coniugare tutto questo, e non può passare in secondo piano solo perché essa rappresenta contemporaneamente la sconfitta di pochi. Timac ora più che mai desidera confermarsi realtà attiva e responsabile di Barletta e per questo abbiamo investito negli ultimi anni oltre 2 milioni di euro per coniugare ambiente e sviluppo. Il nostro sito produttivo è la realtà più monitorata di tutta la provincia Bat ma anche quella su cui tutti si sono permessi in questi anni di esprimere con leggerezza i più vari giudizi. Per tutelare l’onore dell’azienda e dei suoi rappresentanti, è stato dato mandato per nuove querele nei confronti di chi, sui social network e sulla stampa, ha continuato anche negli ultimi giorni a diffamare Timac. I risarcimenti che otterremo in sede giudiziaria saranno devoluti in iniziative a favore di Barletta”.

Timac - afferma ancora Camaiora - inoltre intende proseguire nella strada del confronto sulle tematiche ambientali, aprendosi sempre più al dialogo con opinione pubblica e comitati, offrendo il proprio contributo per individuare insieme le soluzioni migliori per superare le criticità che caratterizzano il territorio comunale”.

Da redazione,

Timac revoca la procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività che era stata avviata a maggio 2018. La decisione è stata adottata, così come da impegno assunto dall’amministratore delegato Pierluigi Sassi col sindaco di Barletta, Mino Cannito, nel momento in cui è stata superata definitivamente l’incertezza sul futuro dello stabilimento di Via Trani. E’ infatti notizia degli scorsi giorni la revoca del sequestro dello stabilimento Timac da parte della Procura”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.

Il provvedimento di revoca del sequestro – prosegue la nota – ha infatti escluso responsabilità dell’azienda sull’inquinamento atmosferico e riconosciuto l’efficacia delle opere di messa in sicurezza del suolo e della falda poste in essere da Timac, sottolineando come esse costituiscano un’attività efficace ed equivalente alla bonifica, facendo così venire meno le ragioni poste alla base della necessità di cessare l’attività licenziando il personale”.

Il provvedimento della Procura, sottraendo finalmente l’azienda dall’incertezza imprenditoriale, ha messo in condizione anche il management di confermare i livelli occupazionali”, conclude la nota.

 

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 2 aprile 2019

Da redazione,

Il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, dottoressa Silvia Curione, ha disposto il dissequestro dello stabilimento Timac di Barletta, in Via Trani, accogliendo le considerazioni dei legali dell’impresa, i professori Matteo Benozzo e Francesco Bruno e l’avvocato Francesco Salvi (studio Pavia e Ansaldo)”. E’ quanto si legge in una nota di Timac Agro Italia.

Nel provvedimento di dissequestro – spiega l’azienda – dopo aver ricordato che ‘già i consulenti tecnici del pm avevano escluso la responsabilità della società in questione con riferimento al denunciato inquinamento atmosferico dell’area di riferimento’, per quanto riguarda l’inquinamento del suolo e del sottosuolo il pm sottolinea che ‘la società sta ponendo in essere le attività di integrazione e implementazione della MISO suolo e falda, in conformità a quanto disposto in sede di conferenza di servizi’”.

“Nel provvedimento infatti – prosegue Timac Agro Italia – la dottoressa Curione ricorda come, ai sensi del Codice dell’ambiente, gli interventi di Messa in Sicurezza Operativa (MISO) costituiscano un’attività efficace ed equivalente alla bonifica per gli stabilimenti attivi”.

L’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Sassi, ha dichiarato: “Esprimiamo la nostra profonda soddisfazione per il provvedimento assunto dalla dottoressa Curione. A Barletta è prevalsa la linea della responsabilità di cui Timac ha cercato di rendersi interprete da subito. Ma se la procura non avesse svolto questo ruolo anche di osservatore attento e meticoloso, con riferimento anche al rispetto di tempistiche precise, oggi non ci troveremmo a festeggiare un quadro che contempera tutela dell’ambiente, sviluppo economico e garanzia dei livelli occupazionali. Di più: il provvedimento offre all’impresa la certezza per operare e fornisce a noi e agli enti locali una bussola per i prossimi, pochi, passi che restano da compiere. Questo intervento per noi però non dice la parola fine su temi che ci vedono da sempre in prima linea. Resta fermo l’impegno di Timac – ha concluso l’ingegner Pierluigi Sassi - nei confronti dei barlettani, del sindaco Cannito, del presidente Giorgino e degli altri attori istituzionali, a proseguire la collaborazione e a fare quanto necessario perché la tutela dell’ambiente sia sempre al primo posto”.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 29 marzo 2019

Da redazione,

La Timac di Barletta non inquina. Ad accertarlo è stata la Procura di Trani che per questo ha disposto il dissequestro dello stabilimento che produce fertilizzanti.

Grande la soddisfazione dell’amministratore delegato dell’azienda, Pierluigi Sassi. “Se la Procura non avesse svolto questo ruolo anche di osservatore attento e meticoloso, con riferimento anche al rispetto di tempistiche precise, oggi non ci troveremmo a festeggiare un quadro che contempera tutela dell’ambiente, sviluppo economico e garanzia dei livelli occupazionali”, ha dichiarato Sassi che poi ha aggiunto: “Resta fermo l’impegno di Timac nei confronti dei barlettani, del Sindaco Cannito, del Presidente Giorgino e degli altri attori istituzionali, a proseguire la collaborazione e a fare quanto necessario perché la tutela dell’ambiente sia sempre al primo posto”.

 

Tele Sveva:

Teleregione Color:

Da redazione,

Timac Agro Italia ha sporto querela nei confronti di Sabrina Salerno e Sandra Parente, rappresentanti del Forum Salute e Ambiente, per le affermazioni false, calunniose e fortemente lesive della reputazione di Timac riportate in un articolo pubblicato lo scorso 7 novembre sulla Gazzetta del Mezzogiorno (anch’essa querelata), dal titolo “Paga chi inquina, la battaglia continua”. È quanto annuncia in una nota la stessa azienda di via Trani che spiega: “Questa querela è la risposta a chi ritiene di poter continuare a parlare a sproposito, causando una lesione all’immagine della nostra azienda, diffamando e arrecando danno alla reputazione di una multinazionale nota nel mondo per i propri elevati standard ambientali. In questi anni ci siamo aperti al confronto, abbiamo fornito spiegazioni e investito ingenti risorse per coniugare ambiente, sviluppo e sostenere l’integrazione tra area industriale e residenziale, ma non potremo più accettare, da parte di nessuno, che si leda la nostra immagine con argomenti pretestuosi e infondati o, ancora, come avvenuto di recente, chiamandoci in causa in vicende che non ci riguardano affatto, come la sospensione dei permessi di costruzione di edifici residenziali nell’area industriale di Barletta”.

“Nell’articolo - prosegue Timac - si dà notizia di un incontro avvenuto lo scorso 30 ottobre tra Salerno, Parente e il sindaco Mino Cannito, e si riportano le affermazioni dei due rappresentanti del Forum Salute e Ambiente”.

“Si tratta - prosegue ancora l’azienda - di affermazioni prive di qualsiasi riscontro oggettivo, volte esclusivamente a instillare nei lettori l’idea che Timac sia sorgente di emissioni di sostanze pericolose per l’ambiente e la salute umana, pur essendo perfettamente a conoscenza, trattandosi di dati pubblici, della totale assenza di queste sostanze sia nel ciclo produttivo della Timac, sia nelle materie prime trattate dall’azienda”.

“Come è infatti rilevabile dall’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata alla Timac, l’attività produttiva dello stabilimento è a ciclo chiuso, cioè priva di emissioni solido-liquide e con solo emissioni gassose ampiamente sotto i limiti. Non solo: in attuazione dell’AIA, Timac ha avviato la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale dello stabilimento in conferenza di servizi, presentando il relativo studio, discusso ed approvato dagli enti, dal quale si evince chiaramente la totale assenza di metalli pesanti. Si tratta di dati pubblici, ampiamente pubblicati sui siti istituzionali e messi a disposizione della comunità”.

Le affermazioni di Salerno e Parente - afferma ancora la nota di Timac - risultano essere particolarmente gravi poiché infondono nella opinione pubblica una correlazione tra l’attività industriale di Timac e lo stato ambientale dell’area industriale di Barletta. È il caso di chiarire per l’ennesima ma anche ultima volta che Timac non inquina. Dichiarazioni e articoli pubblicati comportano quindi un grave e irreparabile danno d’immagine nei confronti di una società che vive da sempre con grande attenzione e partecipazione le problematiche connesse al territorio. Basti ricordare, infatti, che solo negli anni 2016 e 2017 la Timac ha speso oltre un milione di euro per attività di messa in sicurezza ambientale, sebbene, come già ribadito, lo stabilimento non apporti alcun contributo alla contaminazione ambientale”.