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Da redazione,

Sono trascorsi 205 giorni da quando lo studio CNR ha determinato che Timac non è responsabile dell’inquinamento della falda e che questo inquinamento proviene da monte idrogeologico rispetto al nostro stabilimento, dunque oltre via Trani in direzione approssimativamente di via Andria. Quanti giorni ancora dovranno passare prima di accertare l'identità del vero inquinatore di Barletta?”. E’ quanto dichiara in una nota il portavoce di Timac Agro Italia, Andrea Camaiora, che aggiunge: “Prima delle festività natalizie, abbiamo inviato ai protagonisti delle istituzioni locali – consiglieri regionali, sindaco, presidente della provincia, consiglieri comunali, ecc... – un questionario per chiedere la loro partecipazione nella stesura del prossimo bilancio di sostenibilità della nostra azienda”.

“Attraverso il questionario – prosegue Camaiora – i protagonisti delle istituzioni potranno aiutarci a decidere priorità e interventi che Timac dovrà porre in essere per il prossimo anno. C’è ancora tempo per rispondere ma mancano pochi giorni. Entro il 12 gennaio i questionari dovranno essere compilati e riconsegnati all’azienda (via mail o in forma cartacea presso lo stabilimento di Barletta). Successivamente Timac comunicherà agli organi di informazione il risultato di questa campagna di ascolto e coinvolgimento”.

Speriamo – conclude Camaiora – che tutti trovino il tempo di aderirvi, prendendo carta e penna e avanzando proposte”.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno l'11 gennaio 2016.

Da redazione,

«La Timac non inquina. E ad oggi non sono ancora note le vere fonti di inquinamento dell’aria nella zona industriale di via Trani». Ieri, lo hanno ribadito nuovamente a chiare lettere, nel corso di una conferenza stampa, i vertici del locale stabilimento della Timac Agro. Rispetto alla conferenza dello scorso 22 ottobre, la novità di questo nuovo incontro con la stampa è l’annuncio del «Pump & stock». E cioè: l’avvio da alcune settimane anche dell’intervento di messa in sicurezza della falda. Che consiste nell’emungimento dell’acqua di falda nei punti in cui si rilevano valori anomali, un successivo deposito temporaneo (stoccaggio) e una fase finale di smaltimento presso impianti di trattamento esterni.

«I diversi studi idrogeologici – hanno spiegato Cèdric Vienet e Giuseppe Lombardi, rispettivamente direttore e responsabile ambientale dello stabilimento di via Trani – hanno dimostrato, e ormai senza ombra di dubbio, che i valori anomali in falda non sono dovuti all’attività dello stabilimento Timac, la cui attività, si rammenti, è come si dice in gergo “a ciclo chiuso”, ossia priva di qualunque scarico nell’ambiente».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 23 dicembre 2016.

 

Da redazione,

Inquinamento del sottosuolo nella zona industriale di via Trani. Timac Agro Italia, attraverso Andrea Camaiora, responsabile delle relazioni esterne segnala:  “Al termine di un lungo e complesso iter amministrativo e nonostante l’inspiegabile ostruzionismo della Provincia, Timac Agro Italia ha dato avvio all’operazione di “pump and stock” proposta dall’azienda e validata in Conferenza di Servizi per rimuovere l’inquinamento che attraversa la falda su cui sorge lo stabilimento. L’operazione, che è già stata avviata da alcuni giorni, consiste nell’estrazione dalla falda delle acque che registrano valori anomali (non dovuti all’attività dello stabilimento Timac che, come noto, è a “ciclo chiuso”, cioè priva di qualsiasi scarto sull’ambiente, ma ad agenti esterni, provenienti da un inquinatore tutt’ora sconosciuto alle autorità), nello stoccaggio delle acque presso un deposito temporaneo e nel successivo smaltimento delle stesse come rifiuto, tutto a spese dell’azienda”.

“L’attività di pump and stock – prosegue Camaiora – si aggiunge così a quella già operativa sul suolo e allo studio idrogeologico realizzato dall’azienda. In questo modo Timac, nonostante non abbia alcuna responsabilità sullo stato di contaminazione della falda (che, come confermato dall’ormai famoso studio idrogeologico Cnr-Arpa, proviene a monte dello stabilimento), è in grado di ottemperare pienamente alle due ordinanze emanate dalla Provincia nei mesi di agosto e settembre del 2015 (nonostante le ritenga del tutto illegittime), su cui è bene fare ancora una volta chiarezza. A dicembre 2015, la società aveva già presentato agli enti locali tutti gli interventi necessari alla bonifica del sito, le ormai famose MISO sul suolo e sulla falda (il barrieramento idraulico), ma il tergiversare della Provincia, mese dopo mese, ha prodotto il grave ritardo, inducendo anche la magistratura a intervenire. Come sappiamo, a distanza di mesi la magistratura ha dato atto a Timac di aver correttamente intrapreso il percorso di bonifica e i successivi appuntamenti in sede giudiziaria chiariranno una volta per tutte ai barlettani in capo a chi stanno le responsabilità.

Pur avendo impugnato le ordinanze della Provincia dinnanzi al Tar, Timac ha sempre agito con pieno senso di responsabilità per venire incontro alle richieste degli enti locali e alle domande dei barlettani. Oggi, con l’operazione di pump and stock, siamo in grado di mettere la parola fine a qualsiasi speculazione e preoccupazione circa l’impatto che l’attività produttiva dello stabilimento ha sull’ambiente e sull’impegno profuso dall’azienda per porre rimedio a un inquinamento dovuto all’operato altrui, ma di cui si è assunta l’impegno di far fronte per il bene comune. Ricordo però ai barlettani che, mentre l’attenzione sulla nostra azienda è sempre molto alta, nessuno sembra preoccuparsi dell’emergenza ambientale numero 1 della città: come ricorda il nostro conteggiatore automatico, ben visibile sul blog ‘Le ragioni di Timac’, sono trascorsi 174 giorni dalla pubblicazione dello studio Cnr e ancora non si conosce l’identità del vero inquinatore di Barletta”. 

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 12 dicembre 2016.

 

Da redazione,

«Mentre c'è chi straparla di inquinamento, aria irrespirabile e superamento dei limiti di emissione previsti dalla legge, c'è chi come noi può rispondere con la forza della verità e dei fatti». Nuovo intervento pubblico di Andrea Camaiora, capo dell'ufficio stampa della Timac Agro Italia, sulla questione delle fonti (e dei responsabili) dell'inquinamento dell'aria nella zona industriale.

A proposito di ciò, l'azienda esibisce il resoconto delle ispezioni avvenute il 19 ottobre ad opera dei carabinieri di Barletta e il 21 ottobre da agenti del comando di polizia municipale, settore ambientale. Ispezioni chieste da cittadini a fronte di situazioni di cattivi odori o emissioni odorigene provenienti dall'area della zona industriale di via Trani.

Nella loro ispezione, i carabinieri hanno attestato che «da una accurata ispezione nei pressi dello stabilimento non veniva sentito cattivo odore». Dal verbale rilasciato, invece, dagli agenti di polizia municipale, si legge «al momento dell’ispezione all’interno dello stabilimento si apprezzava un lieve odore riconducibile al normale ciclo produttivo».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 28 ottobre 2016.

Da redazione,

“E ancora non si conosce l’identità del vero inquinatore dell’area industriale di Barletta”. Questa la frase posta in bella evidenza sul sito www.leragioniditimac.it dove spicca il contatore innescato per segnare il tempo trascorso dalla pubblicazione di uno studio idrogeologico Cnr-Arpa e da cui emerge la mancata individuazione dei veri responsabili dell’inquinamento nella zona industriale di via Trani, di fatto, scagionando la Timac (azienda che produce concimi e fertilizzanti per l’agricoltura).

Questo il tema dominante della conferenza stampa tenuta venerdì mattina dai vertici locali della Timac Agro Italia e presieduta dal direttore dello stabilimento di Barletta, Cèdric Vienet, dal responsabile ambientale dello stabilimento, Giuseppe Lombardi, dal legale dell’azienda, professor Francesco Bruno (esperto in diritto ambientale), e dal responsabile delle relazioni esterne, Andrea Camaiora.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 22 ottobre 2016.

Da redazione,

Timac Agro Italia: ecco l'operazione "trasparenza", ossia la presentazione del Bilancio di Sostenibilità, strumento con il quale l'azienda (che produce concimi e fertilizzanti per l'agricoltura) informa tutti i soggetti con cui interagisce (dipendenti, clienti, fornitori, azionisti, media, amministratori pubblici e soprattutto i cittadini e le comunità in cui l'azienda opera) sugli impatti che l'attività genera sul piano economico, ambientale e sociale. E, soprattutto, evidenzia i risultati finalizzati alla promozione di uno sviluppo sostenibile e compatibile per un contesto di lavoro confortevole e positivo, che salvaguardi l'ambiente, il territorio e l'intero ecosistema.

L'iniziativa è stata presentata ieri pomeriggio in una conferenza stampa, allargata ai dipendenti dell'azienda, ad amministratori pubblici e a cittadini, alla presenza di Pierluigi Sassi (amministratore delegato della Timac Agro Italia), Sergio Fontana (presidente Confindustria Bat), Cèdric Vienet (direttore dello stabilimento di Barletta), Francesco Bruno e Matteo Benozzo (legali esperti in diritto ambientale), Andrea Camaiora (responsabile relazioni esterne dell'azienda). Oltre a rappresentanti sindacali di categoria, sono intervenuti Filippo Caracciolo (consigliere regionale, presidente della Commissione ambiente), il presidente del Consiglio comunale di Barletta Carmela Peschechera e il consigliere Giuseppe Dipaola.

Assenti, benchè invitati, il presidente della provincia Beppe Corrado e il sindaco di Barletta Pasquale Cascella.

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 10 settembre 2016.

Da redazione,

Oggi venerdì 9 settembre, alle ore 16, Timac Agro Italia presenterà presso “Il Brigantino” (Viale Regina Elena 84, Barletta), il proprio Bilancio di Sostenibilità, un rapporto con il quale l’azienda intende illustrare a dipendenti, clienti, stampa, amministrazioni locali e soprattutto cittadini, i risultati ottenuti negli ultimi mesi per la promozione di uno sviluppo sostenibile all’interno delle comunità in cui sorgono i due stabilimenti produttivi: Barletta e Ripalta Arpina (Cremona). I lavori saranno introdotti dal presidente di Confindustria BAT, Sergio Fontana.

“Abbiamo voluto fortemente questa presentazione dopo la pausa estiva – spiega Andrea Camaiora, responsabile relazioni esterne di Timac Agro – perché nel rapporto con i barlettani abbiamo l’orgoglio di rivendicare la nostra serietà. Siamo persone di parola e il sindaco Cascella solo pochi mesi fa ci proponeva un confronto sul tema della sostenibilità. Per questo abbiamo invitato lui, i componenti della giunta, la presidente del consiglio comunale e tutti i consiglieri, il presidente della provincia, i consiglieri regionali e tutti i rappresentanti istituzionali. Per parte nostra porteremo i fatti, i soldi spesi, le opere realizzate, i percorsi intrapresi”.

“Con il Bilancio di Sostenibilità – prosegue Camaiora – vogliamo testimoniare il desiderio di trasparenza e chiarezza che contraddistingue il nostro operato nei confronti di tutti. Nel Bilancio vengono elencate, quindi, tutte le iniziative ambientali, di partecipazione e di comunicazione realizzate proprio per aderire a questa visione di sviluppo sostenibile. Così come si sottolineano l’impegno e i risultati ottenuti per rendere Timac un ambiente a misura di lavoratore”.

 

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 9 settembre 2016.

Da redazione,

Noi crediamo che conciliare impresa e ambiente è possibile. Un esempio è rappresentato dalla Timac, un’azienda presente nella zona industriale di Barletta, che ha uno stabilimento gemello, che produce gli stessi prodotti persino all’interno del parco naturale regionale dell’Adda, in provincia di Cremona”, così il presidente della zona BAT di Confindustria, Sergio Fontana.

 

“Occorre tenere ben presente i tanti casi di aziende sostenibili che operano nel Paese e fare molta attenzione a non essere strumentalizzati da chi agita paure per interessi particolari, magari nel campo della speculazione edilizia.  L’importante è lavorare per conciliare la tutela dell’ambiente con la crescita delle imprese, attraverso il rispetto di regole chiare e certe e senza pregiudizi anti-industriali. L’invito è dunque a fare attenzione: l’opinione pubblica non deve essere strumentalizzata dalla politica con la ‘p’ minuscola, la politica populista in cerca di facili consensi. È troppo semplice dire “vogliamo sole, mare e turismo”, oppure “eliminiamo la zona industriale”, come se le due cose fossero incompatibili”.

 

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 22 luglio 2016.

Da redazione,

"Ancora una volta varie zone della città di Barletta hanno dovuto misurarsi con i gravi effetti di pesanti condizioni meteorologiche avverse. In particolare la violenza delle acque ha colpito le aree rimaste per lungo tempo prive di opere di urbanizzazione primarie a cui si sta provvedendo con la consapevolezza della fragilità del territorio e della dimensione dei rischi dei corsi d'acqua – dal Ciappetta Camaggio e gli altri canali fino all'Ofanto – che gravano sull'ambiente cittadino. In questa circostanza, il maltempo ha provocato anche il crollo di una parte del muro di cinta dell'azienda Timac Agro in via Misericordia". E' quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dal Comune di Barletta in seguito a quanto avvenuto ieri in via della Misericordia.

"Una volta esaurite le ordinarie capacità di stoccaggio delle acque meteoriche, nell'apposito invaso dell'impianto produttivo, le ulteriori piogge hanno colmato tutti gli spazi adiacenti disponibili, finendo così per riversare con il loro peso sulla superficie della fascia di terreno prospiciente via Misericordia, recentemente impermeabilizzata con teli plastificati, creando un effetto vasca di contenimento che, una volta colmata, ha fatto tracimare le acque verso il muro di via Misericordia. Nel frattempo, le acque si sono infiltrate nel suolo sottostante saturando il terrapieno e provocando una spinta tale da aprire una breccia nel muro esterno, già oggetto in passato dei lavori di allaccio dello stabilimento alla fognatura bianca. E' intervenuta prontamente la squadra di pronto intervento del Comune di Barletta, sia per l'organizzazione del traffico che per monitorare il fenomeno, coordinando gli interventi attivati dalla stessa TIMAC Agro anche per la rimozione dei detriti dalla sede viaria e la messa in sicurezza il tratto di muro interessato dal cedimento. La zona interessata dal fenomeno ha coinvolto quella parte di stabilimento oggetto di recenti lavori di realizzazione della vasca di accumulo delle acque di prima pioggia, dove – è opportuno precisare – localmente non si registrano inquinanti.

 

A seguito di un sopralluogo del sindaco Cascella e degli assessori Dimatteo e Divincenzo, l'Amministrazione per poter valutare l'accaduto ed eventuali azioni a tutela della salute pubblica ha chiesto, oltre al rapporto dei propri tecnici, anche una relazione dettagliata alla ditta TIMAC Agro sul fenomeno, gli interventi eseguiti, la qualità dei materiali fuorusciti e ogni altra indicazione in relazione al procedimento di messa in sicurezza operativa in atto in sede regionale".

Da Barletta Viva

Da redazione,

«Il lungo e tortuoso iter intrapreso nella seconda metà del 2015 e finalizzato ad attività di bonifica – per un inquinamento non prodotto da Timac Agro – è finalmente giunto a compimento. La Conferenza di servizi di lunedì 11 luglio, svoltasi presso la sede dell’assessorato all’ambiente della regione Puglia, ha infatti autorizzato in sede “decisoria” l’ormai famoso pump&treat proposto da Timac Agro per rimuovere un inquinamento che come accertato dal CNR attraverso lo studio idrogeologico proviene dall’esterno dello stabilimento. Si tratta di un meccanismo che consentirà di estrarre dalla falda le acque che registrano valori anomali (pur se non dovuti all’attività del nostro stabilimento) e di sottoporre queste acque a trattamento per renderle definitivamente inoffensive per l’ambiente».

Lo sottolinea Andrea Camaiora, portavoce di Timac Italia, il cui stabilimento di Barletta dallo scorso 14 giugno è sotto sequestro preventivo con facoltà d’uso disposto dal sostituto procuratore Silvia Curione e poi convalidato dal gip di Trani, Angela Schiralli. A Pierluigi Sassi, amministratore delegato dell’azienda del Gruppo Roullier, la procura contesta la violazione dolosa di disposizioni in materia ambientale e l’omessa bonifica del sito. Il ricorso contro il sequestro sarà discusso lunedì 18 luglio dal Riesame di Trani: gli avvocati Francesco Bruno e Francesco Salvi chiedono l’annullamento del decreto del gip per insussistenza  degli indizi e delle esigenze cautelari.

«Il pump&treat proposto da Timac Agro sarà svolto, come di competenza, – aggiunge Camaiora – sotto l’attento controllo di Arpa, che nella seduta della Cds di lunedì, attraverso l’ingegner Giuseppe Gravina, ha chiesto e avuto conferma di un punto definito per la verifica del corretto svolgimento delle operazioni di emungimento e trattamento delle acque».

«L’azienda – sottolinea la nota – ha quindi mantenuto la parola più volte ribadita sugli organi di informazione. L’intervento sulla falda, che per parte nostra sarebbe stato possibile autorizzare già mesi fa, si aggiunge così a quello già operativo sul suolo e allo studio idrogeologico reso possibile dalla disponibilità dell’azienda in termini operativi ed economici».

«Come abbiamo più volte ribadito, pur senza cercare a tutti i costi visibilità, avevamo e abbiamo sempre avuto a cuore la sostenibilità ambientale del nostro territorio e abbiamo sempre ricercato la leale collaborazione di tutti gli enti. Nella conferenza di servizi – prosegue Timac – è stato dato unanimemente atto all’azienda di aver operato sempre con la massima apertura e l’azienda ha apprezzato l’intervento chiarificatore reso in conferenza di servizi dal sindaco Cascella che ha messo in evidenza la necessità che venisse ben chiarito che gli interventi in approvazione si configurassero quali intervento di bonifica».

«Il recupero e il riutilizzo delle acque estratte dalla falda nel ciclo produttivo di Timac – evidenzia l’azienda del gruppo Roullier – rappresenta un esempio avanzato di sostenibilità ambientale. In accordo con Arpa e su richiesta della Provincia, Timac si è dunque impegnata a fornire un’ulteriore documentazione tecnica in cui in modo particolareggiato esponga gli aspetti ingegneristici del trattamento delle acque. L’azienda stessa, per mostrare la volontà di proseguire speditamente, ha proposto la data del 31 luglio per fornire l’ulteriore documentazione e la proposta è stata accolta favorevolmente dagli enti. Anche la Asl, in accordo con Arpa, ha espresso parere favorevole, non rilevando alcun pericolo per i lavoratori, associandosi alla richiesta di verifica delle acque espressa da Provincia e Arpa.

In conferenza di servizi è stato infine stabilito che entro il 20 settembre sarà avviato il barrieramento idraulico e dunque il pump&treat. Timac – pur presentando agli enti le difficoltà di attivarsi in tempi così rapidi, data l’imminenza del mese di agosto che rende difficile operare, soprattutto per le aziende – si è resa disponibile a procedere. Non c’è mai stata, infatti, alcuna volontà da parte dell’azienda di perdere tempo. Anzi, si è impegnata e ha operato per rendere operative le misure di tutela, ancorché non dovute, nel solo spirito di garanzia del territorio e rispetto di un ambiente oltraggiato da attività pregresse ed esterne al suo sito, giungendo addirittura – con l’approvazione di lunedì – a realizzare molto più di quanto indicato nelle illegittime ordinanze della Provincia, il cui contenuto è stato già impugnato dinanzi al Tar di Bari dall’azienda, che ha dato mandato ai propri legali di velocizzarne l’annullamento giudiziario».

Conclusione: «L’azienda sottolinea con soddisfazione come tutte le amministrazioni coinvolte abbiano riconosciuto nei propri scritti e dichiarazioni il pieno adempimento della società agli impegni assunti sull’attuazione delle MISO sul suolo. Questi attestati sono la miglior prova della serietà con cui Timac opera e intende operare e che naturalmente attende da tutti gli altri interlocutori».

Scarica l'allegato per leggere l'articolo completo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno il 14 luglio 2016.